Scomparso troppo presto, il giovane fotografo e poeta cinese Ren Hang (1987– 2017) è oggi protagonista di una mostra che raccoglie una sezione di 90 fotografie di nudi e un’ampia sezione di libri rari al Centro Pecci di Prato.
Uno sguardo che incrocia l’ossessione per i nudi di Araki con gli scatti surreali e scioccanti, ma patinati, realizzati per il mondo della moda da Guy Bourdin. La sua ricerca sul corpo tocca le tematiche dell’identità, della sessualità e del rapporto uomo-natura. Un moltiplicarsi di mani, braccia, bocche e organi sessuali di una gioventù cinese libera e ribelle.
“Siamo nati nudi… io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale” (Ren Hang).
Le pose che Ren Hang ha fatto assumere ai suoi modelli (spesso suoi amici) li rende forti della propria nudità, tanto da farli arrampicare su alberi ad alto fusto o lanciarsi in un tuffo nel vuoto, non si sa se a voler sparire o lanciarsi con fiducia verso il domani che l’artista non ha avuto il coraggio di affrontare essendosi suicidato tre anni fa.

Ren Hang. Nudi
a cura di Cristiana Perrella
4 giugno—23 agosto 2020
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
Courtesy Stieglitz19 and Ren Hang Estate
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